Il contenuto di questo sito può essere riprodotto solo a condizione che ne venga citata chiaramente la fonte, che non venga utilizzato a scopi commerciali e che non venga alterato o trasformato.

venerdì 20 dicembre 2013

Panforte Margherita

Quest'anno, lo confesso, sono stata presa da una specie di frenesia dolciaria e non passa giorno che, con una scusa o l'altra, non sforni qualcosa. Che siano dolci di vecchia tradizione o nuove proposte poco importa: devo mettermi ad impastare; a sperimentare; a provare e a giudicare i risultati. La mia schiena, intanto, mi ha già presentato il conto ed è un conto salato, ma proseguo imperterrita; finiranno anche queste feste e stampi e accessori  torneranno nei loro armadi. Questo mese, la vecchia buona amata-odiata  rivista, che dal 1929 fornisce a noi, appassionati di gastronomia, ricette e approfondimenti sul cibo, sembra tornata agli antichi splendori. Belle e fattibili proposte, in bilico tra tradizione e innovazione, nel tentativo (riuscito, mi pare) di accontentare i gusti di tutti i lettori.  Questo panforte è molto semplice da realizzare e, in cottura,  un intenso profumo di spezie invaderà la vostra casa, regalandole quell'aria natalizia che rimarrà nella memoria olfattiva di tutti i vostri familiari.

 PANFORTE MARGHERITA 
dal mensile La Cucina Italiana, dicembre 2013 
preparazione  di Joëlle Néderlants 

Ingredienti per 2 panforti ø 18 cm + 1 panfortino ø 12 cm

Precisazione: queste sono dosi raddoppiate rispetto alla ricetta de La Cucina Italiana.

300 g di mandorle con la pelle
40 g di miele d'acacia
80 g di acqua
300 g di zucchero semolato
200 g di cedro candito, tagliato a dadini
140 g di arancia candita, tagliata a dadini
300 g di farina
30 g di spezie miste (cannella, chiodi di garofano, coriandolo, noce moscata, anice stellato, pimento, pepe)
ostie, zucchero a velo

Foderare gli stampi di carta forno, ricoprendo il fondo con le ostie.  Tostare le mandorle in forno o in padella antiaderente. Mettere in una casseruola di rame o in una antiaderente lo zucchero, l'acqua e il miele. Quando il composto comincia a bollire, unire i canditi e mescolare. Spegnere il fuoco e aggiungere la farina, miscelata con le spezie. Unire anche le mandorle, lavorando in fretta poiché la massa raffredda rapidamente e diventa difficile da lavorare.  Dividere il composto negli stampi, premendolo bene per evitare che si formino delle bolle d'aria. Infornare a 180°C per 15-20'(io ho preferito cuocere a calore più dolce, 150°C, prolungando di poco il tempo di permanenza in forno). Sfornare i dolci e farli raffreddare. Levarli poi dagli stampi e spolverarli di zucchero a velo. Secondo me, sono più buoni dopo un paio di giorni di maturazione.

 La mitica signora Olga dice, tra le altre cose, che la ricetta del panforte è protetta dal marchio Igp: la sua formulazione ufficiale si trova sul sito politicheagricole.it
Annota bene: ho letto sul sito della Nannini che il panforte Margherita deve il suo nome all'invenzione del panforte bianco. Pare che nel 1887, in occasione della visita a Siena della regina Margherita e del Re Umberto di Savoia, un maestro di cerimonia abbia cambiato nuovamente gli ingredienti del panforte utilizzando canditi più chiari e ricoprendo il dolce con uno strato di zucchero a velo. In onore della sovrana questo tipo di panforte fu denominato “Margherita” ed è rimasta la versione più tradizionale e conosciuta.

8 commenti:

  1. è vero confermo la versione, c'è solo questa in realtà, in occasione della visita della regina fecero la versione chiara non mettendo il candido scuro, il popone che è invece nella versione scura, che è anche più buono, anche io ho la stessa ricetta, quasi, è buono...ciao

    RispondiElimina
  2. Grazie Tamara, mi fa molto piacere avere un riscontro da qualcuno esperto della cucina regionale toscana.. Un abbraccio.

    RispondiElimina
  3. Anche a me piace molto la cucina italiana e trovo che ultimamente faccia delle buone scelte, sono d'accordo con te!!
    Il panforte l'ho sempre mangiato confezionato, il tuo è bellissimo e deve essere squisitissimo!!
    Un abbraccio!

    RispondiElimina
  4. Silvia, io li ho preparati da regalare alle mie zie ma il piu' piccolo lo lascio a stagionare qualche giorno e poi ce lo pappiamo in famiglia, giusto in tempo per la notte della Vigilia :)
    Ho fatto un'altra ricetta della cucina italiana. L'ho gia' programmata per la pubblicazione di domani. Stay tuned :))
    Provaci, perche' sono davvero facili

    RispondiElimina
  5. A proposito di Gambetto, se hai voglia vai nel suo blog e cerca il ciambellone fondente agli agrumi, a parte il dolce è buonissimo, ma leggiti il post sull'apertura di Eataly a Roma, da morire dal ridere, vale la pena...

    RispondiElimina
  6. Eugenia sei una forza della Natura! mi sembra di sentire il profumo di questo dolce. E' tanto che non compero La Cucina Italiana, però mi hai messo la pulce nell'orecchio.
    Intanto un abbraccio <3

    RispondiElimina
  7. Ciao Eugenia, quest anno rifaccio la tua ricetta del panforte e, volendo e regalare un paio,mi domandavo, una volta impacchettato, per quanto tempo resiste. Grazie come sempre.

    RispondiElimina
  8. Ciao, Nicoletta. Secondo me, dura almeno 15 giorni. Un abbraccio e buona serata.

    RispondiElimina